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PAESE CHE VAI, BIRRA CHE TROVI

Che sia gelata in America, un elemento sociale in Inghilterra, da aperitivo in Spagna, abbinata al cibo in Belgio o rigorosamente con la pizza in Italia, la birra è un forte elemento connotativo delle tradizioni e dello stile di beva di ogni paese.

Ma partiamo da casa nostra: in Italia siamo abbastanza sprovvisti di tradizioni birraie, tuttavia siamo stati capaci di caratterizzare le nostre produzioni sulla base delle biodiversità e addirittura creare uno stile: l’IGA.

Essendo l’Italia da sempre votata alla produzione vinicola, si è deciso d’impiegare l’uva per la produzione brassicola, o addirittura impiegare cereali autoctoni e dimenticati, erbe e vegetali tipici del luogo dove il birrificio sorge.
L’impiego d’ingredienti di prima qualità e legati al territorio unito al forte legame con le tradizioni, ha permesso di reinterpretare gli stili birrai secondo il genio, la creatività e l’estro tipico del made in Italy.

Ma adesso che siamo in tema vacanze, arrivi, partenze… vediamo una delle mete più in voga: la Spagna.

Nonostante la birra nella penisola iberica abbia origini millenarie, per molto tempo è stata considerata sciapa e mediocre, recentemente il fenomeno craft ha rivoluzionato l’appeal delle birre spagnole. Ora la cultura della birra artigianale vive un momento di grande fermento e la ricerca è orientata all’esaltazione di profumi e sapori del Mediterraneo, in un’ottica di riscoperta di antiche tradizioni e all’insegna della qualità. Quasi il 90% della birra che viene prodotta in Spagna, utilizza molte materie prime iberiche. Oltre alle Lager chiare e i classici stili “modaioli”, sono molto diffuse anche le Fruit Beer, le Sour/Wild Ale, le Amber e Golden Ale e le Specialty Grain. La combinazione tra birra artigianale, tradizione e cultura del territorio ha reso alla Spagna il ruolo di assoluta protagonista nel campo della craft beer.

E se al posto di andare nella soleggiata Costa del Sol, volessimo fare un giro per la Grand Place o visitare il Manneken Pis, che birre troveremmo?

In Belgio, la birra è tradizione secolare. Cultura, passione e antichissima tradizione, conoscenze e competenze delle tecniche brassicole, particolari condizioni climatiche e terreno favorevole alla coltura dei cereali, salvaguardia delle materie prime, diversità della composizione delle acque, lieviti selvaggi e microrganismi presenti nell’aria dediti alla fermentazione, hanno reso questo piccolo paese il più grande per la varietà e la qualità degli stili di birre proposti.
Blanche, Lambic, Trappiste, Saison questi sono gli stili predominanti e non solo, ma il Belgio è un paese tutto da scoprire, e da gustare, quindi vi invitiamo a scoprirne le particolarità girovagando.

Per spostarci più a est, ci si potrebbe gustare una buona birra ammirando il Castello di Praga, in questa magica città, da sempre interconnessa alla tradizione birraia.

Il primo birrificio fu fondato nel 1842 dal birraio tedesco Josef Groll (birrificio Plzeňský Prazdroj) che servendosi dell’acqua dolce della zona, di malti chiari, lieviti a bassa fermentazione, e luppolo Saaz coltivato in Boemia, diede vita alla prima autentica Pilsner. Dal 1992 iniziarono a germogliare i birrifici artigianali, e i vecchi birrifici dismessi furono ripristinati: il tutto per contrastare il dominio dei colossi internazionali e rivendicare una propria identità brassicola.

Achtung! Ora parliamo della patria della birra: la Germania!

Si dice Germania e si pensa all’Editto della Purezza (Reinheitsgebot), vanto di qualità e testimonianza di tradizione secolare, prima legge alimentare in Europa. La birra tedesca è bevanda nazionale, parte integrante della cultura ed espressione tipica della tradizione. Maestra delle basse fermentazioni, provetta sviluppatrice di Ale e sperimentatrice di acide, la Germania è la nazione europea con il maggior numero di birrifici, un primato dovuto sia a ragioni storico-geografiche, sia alle condizioni climatiche che hanno da sempre favorito la coltivazione dell’orzo e del luppolo.

E se volessimo fare un viaggetto oltreoceano nella patria stelle e strisce?

Capiremmo che, in termini brassicoli, il vero “sogno americano”si è materializzato con il movimento Craft negli Stati Uniti, che ha ispirato il mondo intero. La “Renaissance Americana” ha recuperato la tradizione delle birre speciali e delle antiche ricette, ma al contempo si è proposta come sperimentatore di nuovi ed originali (talvolta estremi) stili brassicoli in un mercato ormai saturo e stanco di birre scialbe e noiose, come per esempio le APA, birre amare ma con un’adeguata presenza di malto che le rendono equilibrate e bevibili, con un inconfondibile sapore agrumato.

Per una gita un po’ più piovosa, spostiamoci in Inghilterra.

Tutti sappiamo che la birra inglese vanta una lunga e ricca storia. I Britannici amano la propria birra artigianale proprio perché è differente in termini di sapore, spillatura e servizio. In Inghilterra bere una birra fa parte della routine di tutti, è un elemento sociale, è convivialità e non è difficile capire perché tutti ne siano così legati. Le Alebirre inglesi per antonomasia, sono ambrate, quasi prive di anidride carbonica, con un gusto marcato di malto e una nota di amaro. Le più conosciute sono le IPA, un tempo prodotte per le truppe dislocate in India, e le Stout, dal colore molto scuro. I gusti predominanti sono il tostato e l’amaro che non presenta nemmeno la minima traccia di dolcezza.

È proprio vero che ogni paese mantiene le proprie tradizioni sia in termini di beva che gastronomici, spesso legate alla connotazione sociale che implicano, ma anche un po’ per campanilismo: infatti, come abbiamo notato da questo breve iter tra i paesi e le proprie tradizioni brassicole, si cerca sempre di esaltare e valorizzare la propria terra.

E voi che stile preferite, siete più cosmopoliti o più tradizionali?

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