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LA SFACCIATA FORTUNA DEL GIN

Da qualche anno la grande fortuna del gin viene data per spacciata nell’anno successivo, e invece contro ogni previsione il gin si aggiudica nuovamente il podio del distillato più bevuto e miscelato del momento.

Ma come mai proprio il gin? Perché non la tequila o il rum?

La risposta è semplice da molti punti di vista, sia da quello dell’esercente, che da quello del produttore sia da quello del consumatore.

Ma andiamo con ordine partendo dal punto di vista della produzione: è particolarmente semplice in quanto non c’è mai carenza di materie prime, come invece sta succedendo proprio ora con l’approvvigionamento dell’agave, e il prodotto finito non ha bisogno di essere affinato in botte o di riposare per lungo tempo.

In seconda battuta, è cambiata la percezione del Gin Tonic come drink , prima considerato un tipico cocktail da discoteca, preparato senza cura e con prodotti da linea, ora invece si presenta come un drink preparato con cura, con particolare attenzione alle materie prime utilizzate e guarnito in modo fantasioso e scenografico.

Chiaro è che non ci siamo tutti svegliati un giorno rivalutando il valore di un drink come il gin tonic, bensì nei primi anni 2000 in Spagna si è cominciato a servire questi drinks in baloon, guarniti con estrema attenzione in base alle botaniche proprie del gin, versando la tonica attraverso lo stelo del bar spoon, rendendo estremamente scenografica la preparazione e accattivante il drink poi servito al tavolo. Da quel momento si è anche diffuso il concetto di drink premium ma soprattutto di Gin premium. Ovviamente questo fenomeno si è esteso prima a tutta la Spagna e, in breve, a tutta l’Europa.

L’interesse, la curiosità e la conseguente richiesta da parte del cliente di Gin premium diversi ha anche favorito la nascita di numerosi gin prodotti tramite l’uso di frutta, fiori e spezie che prima non si era pensato di utilizzare, rispolverando vecchie tecniche di preparazione come quella dei gin compound, che hanno permesso di avvicinare i palati più disparati a questo distillato che fino a pochi anni fa era solamente London Dry quindi tendenzialmente secco e quasi esclusivamente da lavoro.

Ma passiamo al punto di vista dell’esercente, che indubbiamente si è difeso di buon grado a questa ondata modaiola dei gin premium, anche in questi periodi in cui la carenza di personale specializzato si sta facendo sempre più presente. Perché una grande richiesta di gin tonic non avrebbe messo in crisi i nostri locali? Perché oltre al fatto che le dosi del gin tonic sono standard, una volta conosciute le varietà presenti nella nostra bottigliera e imparate le guarnish, il gioco è fatto. Oltre a tutte queste spiegazioni, il gin tonic ha anche un grande vantaggio: le materie prime implicate hanno una chief life incredibilmente lunga in quanto il gin ovviamente non scade, e la tonica ha una data di scadenza media di 3 anni.

Inoltre la gamma di drink a base gin è veramente vasta, quindi non rischiamo che la nostra bottiglia venga utilizzata solo per quello specifico drink ma possiamo gestirla in molti modi.

E finalmente arriviamo al punto di vista del nostro cliente.

Un cliente medio ha recepito questa ondata modaiola del gin tonic con grande giubilo per un ventaglio abbastanza ampio di ragioni. Prima tra tutte è la ragione che prima si beve con gli occhi, ed oggi il packaging delle bottiglie è diventato sempre più accattivante.

Per arrivare poi al prodotto, va detto che la varietà delle scelte è ormai ampissima: chiunque riesce a trovare dopo qualche tentativo il proprio prodotto del cuore, che sembra quasi cucito apposta per lui/lei.

Inoltre le “occasioni d’uso” possono essere molto variegate: partiamo dai più temerari che se lo gustano al posto del the delle 5, per passare a chi lo beve all’aperitivo, e per i più classici per cui è un must del dopo cena.

Oltre al fatto che rapportato alla spesa, medio alta per un drink, la quantità sia più che soddisfacente, la bevuta è lunga e non rischiamo che il nostro drink si scaldi o si alteri.

Per non parlare poi delle proprietà dissetanti e rinfrescanti, ancor più apprezzate nella stagione estiva.

Beh, per tirare le fila del discorso, questa moda è stata un EPIC WIN su tutti i fronti e sarà destinata a cavalcare l’onda ancora per un po’ oltre che a lasciare il segno per le generazioni future di gin lovers.

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