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L’ARMOCROMIA DEL VINO

La prima caratteristica del vino che notiamo è il colore e, si sa, prima di tutto si beve con gli occhi. Dalla nostra prima occhiata al calice che ci viene servito possiamo capire molte cose : infatti il colore è indicativo di molte caratteristiche e qualità che poi verranno più o meno confermate durante le successive fasi di degustazione.

Nel linguaggio comune si è abituati a definire i colori del vino in tre macro categorie cromatiche: bianco, rosso e rosato.

Cosa determina il colore di un vino? Il colore di un vino è dato dalla presenza di polifenoli, sostanze che si trovano nelle bucce dell’uva e nelle vinacce e non nella polpa.


Con la vinificazione in rosso e in rosato si usano uve a bacca nera: queste rilasciano le sostanze coloranti durante la fase di macerazione perché le vinacce vengono a contatto con la parte liquida del mosto.

Con la vinificazione in bianco si usano generalmente uve a bacca bianca, ma talvolta anche nera: durante la vinificazione in bianco, però, la fermentazione avviene in assenza di vinacce.

Per ogni vino esistono diverse classificazioni. Vediamo le principali definizioni.

I BIANCHI

Se ci si presenta un calice di vino bianco dal colore giallo verdolino, ovvero una tonalità di giallo molto tenue, con riflessi verdi, allora molto probabilmente ci stiamo accingendo a bere un vino giovane e fresco, con spiccata acidità.

In altro caso, se troviamo un colore giallo paglierino, ovvero quella specifica tonalità di giallo che ricorda il colore della paglia, evidentemente avremo un vino giovane ottenuto da uve in piena maturazione e dal giusto equilibrio fra acidità e morbidezza.

Caratteristico di vini particolarmente morbidi, poco acidi, ottenuti da uve molto mature o che hanno maturato in botte è invece un colore più caldo, il giallo dorato.

Invece le tonalità di giallo scure e intense, ambra o topazio, generalmente indicate con il giallo ambrato caratterizzanodei vini decisamente morbidi, ottenuti da uve con vendemmia tardiva e si tratta quindi, perlopiù, di vini passiti o liquorosi.

I ROSATI

Nel caso dei rosati, la distinzione forse può essere più difficoltosa dal punto di vista della distinzione cromatica; infatti se abbiamo una tonalità di rosa molto leggera, definita rosa tenue ci sono due casi, ovvero se presenta riflessi violacei indica un vino giovane, ottenuto con macerazione limitata; se presenta riflessi ramati vuol dire che le uve utilizzate contenevano poca materia colorante.

Nel caso del rosa cerasuolo, ovvero una tonalità vicina al colore di alcune varietà di ciliegia. Le sfumature possono andare dal violaceo all’aranciato a seconda del grado di maturazione del vino.

Il caso del rosa chiaretto, ovvero una colorazione vicina a quella del vino rosso rubino ma molto scarico, le sfumature variano dal violaceo quando il vino è giovane e arrivano all’aranciato con l’invecchiamento.

I ROSSI

Nel momento in cui nel calice ci troviamo un vino molto giovane, tendenzialmente acido e tannico, vedremo un bel rosso porpora, rosso molto vivace dai riflessi violacei.

Se invece il nostro vino presenta un rosso rubino, avremo probabilmente un vino giovane ed equilibrato.

Il rosso granato invece, la tonalità di rosso simile al colore del sangue, è il colore caratteristico dei vini in cui l’equilibrio fra acidità, tannicità e morbidezza propende leggermente verso quest’ultima.

Il rosso aranciato infine, tonalità di rosso mattone è indice di grandi vini, particolarmente morbidi e dal lungo invecchiamento.

Dopo aver definito a quale gruppo cromatico appartenga il nostro vino e il suo colore esatto, si procede poi all’esame di altri tre aspetti fondamentali del colore, che sono l’intensità, la tonalità e la vivacità.

Intensità: questa è determinata dalla quantità e qualità di materia colorante e ci permette di definire il vino come carico, scuro, cupo, chiaro, pallido o debole. L’intensità può dipendere anche da fattori caratteristici dell’uva o del mix di uve utilizzate.

Tonalità: che può variare in base allo stato evolutivo del vino, dal tipo di sostanze coloranti delle uve o dell’uvaggio, dall’acidità e dall’ossidazione.

Vivacità: serve a definire un colore come acceso o spento e sta ad indicare la salute dell’uva, le buone tecniche di lavorazione e un’adeguata conservazione.

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